Queer Theatre
Il progetto
Pupi e Fresedde, nella sua lunga attività, ha più volte rappresentato storie o personaggi del mondo omosessuale e spesso l’ha fatto servendosi di illustri testimoni, come nel caso di “Affabulazione” di Pier Paolo Pasolini (1979), “La voce umana” di Jean Cocteau (1987) realizzato da Franco Di Francescantonio e Tobia Ercolino, o “Il bacio della donna ragno” di Manuel Puig con Gennaro Cannavacciuolo (1999).
Anche il Teatro di Rifredi ha da sempre dimostrato una lunga e continuativa attenzione a queste tematiche. Dopo aver ospitato un esordiente Tondelli in “Tondelli legge Tondelli” (1984), ha poi ospitato, con un enorme successo, gli spettacoli di Elfo-Teatridithalia di Milano “Le lacrime amare di Petra von Kant” di Rainer Werner Fassbinder (1991) e “Resti umani non identificati” di Brad Fraser (1994)
Dall’inghilterra sono arrivati il Volcano Theatre di Londra con “L.O.V.E.” dai sonetti di Shakespeare (1993) e l’Aids Positive Underground di Brighton con “The last century of desire” di John Roman Baker (1995). Ha poi ospitato un esordiente Claudio Santamaria ne “L’anello di Erode” di Lucilla Lupaioli (1996), e i primi successi di Fabio Canino “Making porn” di Ronnie Larsen (1998) e “Fiesta” di Roberto Biondi (2002). Poi il romano Bruno Montefusco con “Amici per gioco amici per sesso” di Andrew Fleming (1997), il napoletano Francesco Silvestri con il suo “Fratellini” (1998), i toscani Katia Beni, Sonia Grassi, Niki Giustini, Graziano Salvadori con “Indovina da chi andiamo a cena” di Donatella Diamanti (2001) e Massimo Stinco con i suoi “Helly” (20001) e “Madame” (2008) interpretato da Eva Robin’s.
Senza neanche disdegnare alcune incursione nel cosiddetto teatro in vernacolo, presentando “I’ codice dell’amico” di Massimo Battaglini (2006) e “Il marito der mi figliolo” di Giuseppe Pancaccini (2005), un grande successo di pubblico ripreso poi nella seconda rassegna del Queer Theatre.
Dal 2008 il Teatro di Rifredi ha instaurato una collaborazione stabile con la rassegna Florence Queer Festival, una rassegna cinematografica a tematica L.G.B.T. che, dopo alcune edizioni, si è conquistata una posizione di prestigio tra le analoghe iniziative nazionali. Il Queer Theatre affianca, dunque, annualmente la rassegna cinematografica con alcune proposte teatrali, non limitandosi ad ospitare qualificate produzioni esterne ma soprattutto impegnandosi nell’autonoma creazione di eventi, portando in scena preferibilmente sceneggiature cinematografiche e romanzi. Anche nei contenuti il Queer Theatre persegue una sua linea originale: privilegiare quei prodotti, che, cercando di evitare gli eccessi dell’autoreferenzialità, della commiserazione o della denuncia, intendono parlare al cuore e all'intelligenza di tutti gli spettatori di ogni “genere”, cercando di sdrammatizzare la diversità e ponendola sullo stesso piano della normalità.